Quantcast
Channel: lettura candita
Viewing all 2256 articles
Browse latest View live

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

$
0
0

LO SGUARDO DEL LUPO


Di lupi son piene le fiabe e le storie per bambini e anche noi ve ne abbiamo proposte tante; ma qui, questa volta, propongo un percorso anomalo che, attraverso due libri 'per grandi', consente di guardare con occhi nuovi un antico compagno di strada, il lupo, quello vero, in carne e ossa. 

Nel primo, La via del lupo. Nella natura selvaggia dall'Appennino alle Alpi, di Marco A. Ferrari, si percorre, fisicamente, la strada che sta riportando il lupo dalle aree appenniniche tradizionali alle Alpi, seguendo proprio la dorsale appenninica, a partire dai Monti Sibillini. Nello stesso tempo è anche il racconto degli studi pionieristici, condotti a partire dagli anni '70, da studiosi italiani, come Luigi Boitani e Giorgio Boscagli, e stranieri, alla ricerca del fantasma dei boschi, quella creatura così carica di significati simbolici che era stata quasi del tutto cancellata dai monti italiani.
Per decenni, ma potremmo dire per secoli, il lupo ha incarnato il male, il nemico mortale dei pastori e dei bambini spersi nel bosco. Lupi neri acquattati nell'ombra, pronti a predare; salvo poi essere eletti, e giustamente, a simbolo di forza, così come testimoniano antichi nomi e stemmi nobiliari.
Dagli anni Settanta e con l'istituzione dei parchi nazionali e delle aree protette si è invertita la tendenza e ora, lentamente, i branchi di lupi si stanno riappriopiando dei territori un tempo ampiamente popolati. La situazione di oggi non è certo il ripristino di una situazione naturale perduta: come sottolinea l'autore, in Italia non esiste più wilderness, uno stato di naturalità vero, e, senza i vincoli delle aree protette, il nostro canis lupus italicuscon tutta probabilità non esisterebbe più. Ma in qualche modo si sono ripristinate delle aree in cui è possibile la sopravvivenza di un ecosistema complesso in grado di fornire la sussistenza ai branchi che via via stanno ripopolando i monti. Ovvero, sì, nel folto dei boschi più impervi dell'Appennino, di notte è nuovamente possibile udire gli ululati che chiamano a raccolta un branco; oppure di giorno, la sensazione di essere osservati, mente ci si inerpica, potrebbe indicare che lui ci sta osservando. Secondo l'autore è proprio questo guardare non visti, questa paziente e occulta osservazione, a incutere timore e a costituire l'aura di mistero che ancora circonda questi animali.
 
Ancor più appassionato il romanzo di Mark Rowlands, Il lupo e il filosofo. Lezioni di vitadalla natura selvaggia, adatto alla lettura da parte di ragazzi/e a partire dai dodici anni. L'autore, professore di filosofia, racconta la lunga convivenza con un lupo, Benin, raccolto da cucciolo e inserito nella vita quotidiana dell'autore. La storia è appassionante e ben descrive gli alti e i bassi di una convivenza a tratti difficile e con l'inevitabile doloroso distacco finale. Ma è anche lo spunto per delineare una differenza etica fra uomini e lupi. Gli uomini e, prima di loro le scimmie, conoscono e praticano l'inganno: gli esseri umani sono in grado di relativizzare i principi etici secondo l'opportunità e la convenienza e questo è una dimostrazione delle nostre evolute capacità intellettuali. Un lupo no. Il lupo, Benin, non può che essere leale, notate ben non fedele. Nel raccontare un episodio dell'infanzia di Benin, in cui fragile cuccioletto fu capace di ringhiare ad un pitbull che lo aveva inchiodato a terra, l'autore commenta così: questa è forza. Ed è questo che ho sempre cercato di portare con me e che spero di portare con me per sempre. In quanto scimmia non sarò all'altezza, ma ho l'obbligo, l'obbligo morale di non dimenticarlo mai...Se solo riuscirò ad essere forte come un cucciolo di lupo di due mesi, allora sarò un terreno dove il male morale non crescerà.
E voi come vi sentite, più scimmie o più lupi? O forse una più umana via di mezzo, come quella rappresentata dai nostri cani, sicuramente grandi dissimulatori, ma capaci anche di grandissima dignità. Ma di questo parleremo un'altra volta.


Eleonora

La via del lupo”, M.A. Ferrari, Laterza 2012
Il lupo e il filosofo”, M. Rowlands, Mondadori 2009, poi Oscar Mondadori 2011.





Article 0

$
0
0

MARMELLATA DI PERE E ZENZERO


Le pere sono frutti delicati. Spesso, accanto a mele e melarance, frequentano corti di re e regine, hanno poteri magici, ospitano al loro interno fanciulle in miniatura: insomma sono frutti da fiaba.
Pierino Pierone ne va ghiotto e sale sull'albero per mangiarle invece di andare a scuola e anche la Strega Bistrega, ai piedi della pianta, dice di andarne matta e di avere l'acquolina nel sentirne il profumo. Attento Pierino Pierone, lei vuole te e le pere vengon solo dopo.
Allora dedico a Strega Bistrega, a sua figlia Margherita Margheritone che l'aspetta a casa e - certo- anche a Pierino Pierone questa ricetta profumata (Il bambino nel sacco, da I. Calvino, Fiabe italiane, ill. Lele Luzzati).



Ingredienti:
1,4 kg di pere Williams
(devono raggiungere il chilo, da pulite)
800 gr di zucchero
3 grammi di zenzero fresco, grattugiato
oppure
30 gr di zenzero candito tagliato a sottili striscioline
buccia grattugiata di limone o arancio non trattato
il succo di un limone

Primo giorno:
Sbucciate le pere e tagliatele in quarti e poi togliete i semini e il filamento più legnoso legato al picciolo. Tagliate quindi a fette sottili (2 mm) gli spicchi e mischiateli in una ciotola con lo zucchero lo zenzero e il succo di limone. Mischiate accuratamente quindi coprite con un foglio di carta forno e lasciatelo macerare per un'ora.
Poi travasatelo in una pentola e portatelo a ebollizione, girandolo di continuo. Toglietelo dal fuoco appena bolle e versatelo di nuovo nella ciotola e fatelo riposare per una notte, coperto di nuovo dalla carta forno.
Secondo giorno:
Rimettete nella pentola e fate cuocere, schiumando ogni tanto e girando il composto con iìun mestolo di legno. Dal momento dell'ebollizione fate cuocere per 20 minuti. Quindi spegnate e date un colpetto di minipimer per rompere grossolanamente i pezzi più grandi del frutto. Mi raccomando, non riducete il tutto a una purea, lasciate invece che la pera a pezzetti si continui a sentire sotto i denti.
Versate la marmellata nei barattoli, chiudeteli con cura e capovolgeteli per ottenere il sottovuoto. Come sempre avvolgeteli in una coperta fino a che non si sono raffreddati: lasciate che il calore si disperda il più lentamente possibile. La marmellata ve ne sarà grata.

 Carla

CORTESIE PER GLI OSPITI (libri preferiti da altri)

$
0
0

GIRO GIROTONDO…

Paul Meets Bernadette, Rosy Lamb
Candleweek Press 2013



Un piccolo libro per mano di un’autrice d’eccezione, pittrice e scultrice affermata. Il mondo visto da un pesce rosso.

Paul gravita nello spazio angusto e senza tempo della boccia di vetro che gli fa da dimora. Gira in tondo, da destra a sinistra, da sinistra a destra. Da sotto a sopra, da su in giù.


Vive nella quiete monotona e ovattata del suo limbo amniotico, finché dall’ oblò cala in acqua la vispa Bernadette. In tutto e per tutto simile, ma ciarliera, piena d’iniziativa e fermamente intenzionata a svelare nuovi orizzonti al suo grazioso convivente.


Bernadette punta lo sguardo oltre la parete di vetro e declina, con un guizzo di fantasia magistrale quanto sapiente, le variabili del mondo. Del mondo che si affaccia qua e là con sembianze disparate, lampi di vita che si avvicendano come un carosello tutto intorno alla boccia.
Paul sussulta, scosso dal vago torpore che l’attanaglia. Ma… davvero?
Davvero la gialla banana è una barca? 



E la coppia di turgide uova al tegame adagiate nel piatto sono, piuttosto, il sole e la luna?



Sconvolgente ribaltamento delle cose. Bernadette ha la fede dell’esploratore e il genio dell’inventore, impossibile resisterle. La verde sveglia è un cactus poderoso, la panciuta teiera, col suo becco a proboscide, è un elefante che nutre i piccoli (le tazze), i cartoni del latte, le bottiglie e gli altri recipienti affiancati sulla mensola sono edifici metropolitani, un’intera città! Un cucchiaino argenteo… è un pesce di razza ignota.


Paul strabuzza gli occhi, esaltato da una messe di scoperte. Palpita, guizza con rinnovato slancio avvinto dalla sicumera affabile e civettuola di Bernadette. Il passo è breve. Se ne innamora. E lei diviene d’un colpo il fulcro dell’universo che si dischiude magicamente davanti ai suoi occhi. La vita si avvita intorno ad un cardine delizioso, l’immota apnea della boccia si trasforma in un crogiuolo d’amore.
Una storia minimalista che insegna a coltivare la poetica dello sguardo, che non è esattamente la poetica delle piccole cose. E’ il suo contrario, a ben pensare. Poiché noi tutti viviamo in una boccia – d’un tipo o d’un altro – e dunque sarà bene che alleniamo la vista a cogliere e a riconoscere la grandezza ben oltre i limiti dati.
Il pennello di Rosy Lamb si muove sicuro, pastoso e morbido a disegnare i pochi elementi che, pure, trasformano il vuoto in un pieno.
Gioca con le forme, le permea di brio con rapidi tocchi di luce. Le sinuose virgole arancio di Paul e Bernadette sono una scia catarifrangente capace d’illuminare la pagina, di farne un tracciato di sorpresa e allegria, di umorismo e di tenerezza.
(E questo è il link al book-trailer, ritmato da un’azzeccatissima colonna sonora)


Daniela Tordi



LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

KEEP THE HOME FIRES BURNING

Resta dove sei e poi vai, John Boyne
Rizzoli 2013

NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Dicevano che per Natale sarebbe tutto finito, ma quattro Natali erano già trascorsi, un quinto era in arrivo, e la guerra ancora continuava. Alfie aveva nove anni, ormai, e per sei giorni alla settimana ogni mattina sua madre lo svegliava scuotendolo prima di andare al lavoro."

A tenere acceso il fuoco di casa erano rimasti loro due: Alfie e sua madre. Cinque anni prima, all'entrata della Gran Bretagna nella Grande Guerra, Georgie, il padre di Alfie, si era arruolato ed era partito volontario.
Il figlio lo ricorda bene quel giorno, perché era il giorno del suo compleanno: compiva cinque anni.
Dal giorno dopo suo padre fu inghiottito dalla guerra.
Per i primi tempi arrivarono le sue lettere dal fronte, sempre più accorate, sempre più cupe. Poi neanche più quelle. Solo un gran silenzio.
Una missione segreta, il padre non poteva più scrivere loro perché era coinvolto in una missione segreta per incarico del governo britannico. Questo è quello che disse la madre ad Alfie per giustificare il lungo silenzio del padre.
Ma Alfie non ci sta e scopre che la verità è molto diversa.
Nel complicato intreccio di cose da fare per sopravvivere durante una guerra, le smagliature che permettono grande libertà d'azione a un ragazzino ci sono. Alfie, che tre giorni a settimana già lavora come lustrascarpe all'insaputa di sua madre, può coraggiosamente intraprendere quindi senza essere scoperto il difficile viaggio per andare in cerca del padre scomparso.


Ai bambini, la guerra, nel migliore dei casi, ruba l'infanzia. Talvolta, la vita.
Alfie è stato 'fortunato' perché è riuscito a sopravvivere.
Ma la costante angoscia di vedere arrivare una camionetta di militari davanti alla tua porta di casa, ad annunciarti la morte del 'tuo' soldato, oppure la solitudine dovuta alle sempre più lunghe assenze da casa di tua madre per arrivare a racimolare i soldi necessari alla sopravvivenza sono la molla che accende in Alfie la forza di reagire.
E poi ci si mette il caso. Un referto d'ospedale caduto dalle mani di un suo cliente, l'occhio attento di un ragazzino e un bel po' di coraggio, fanno il resto.
Il giorno in cui sale su quel treno in cerca di suo padre, Alfie però capisce che la guerra, anche se prima o poi deve finire, lascia dietro di sé tracce indelebili. Combattere, convivere con la paura e vedere la morte lì a un passo, scavano negli uomini trincee ben più profonde di quelle scavate nel terreno entro cui sono obbligati a stare.
Alfie, diventato grande da un giorno all'altro, armato di coraggio e lucidità nell'elaborare una strategia, e spinto dal miglior motivo al mondo, l'amore, capisce che il destino di quell' uomo diventato come un bambino è nelle sue mani: lui, appunto, un bambino diventato uomo.
Ed è così che perde l'incanto, ma salva suo padre.


Sullo sfondo di un pregevole spaccato di vita sociale londinese, un microcosmo di affetti che si snoda lungo un'unica strada, Damley Road, ecco una storia che racconta la 'guerra' combattuta da coloro che restano ad aspettare. Coloro i quali hanno il difficile compito di mantenere acceso il fuoco di casa.

Carla

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

PICCOLE LUCINOTTURNE

Piccolo buio, Cristina Petit
Il Castoro 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)


"Un martedì sera di novembre senza luna, sarà stato per un prurito o forse uno starnuto, Talla si svegliò.
Come fu come non fu, il sonno non tornò, e Talla vide una piccola luce che veniva da un'altra stanza.
Io sono una bambina grande, questo è solo un piccolo buio per me e quella luce arancione non è certo..."

Se tu, Talla, non apri quella porta non saprai mai che cosa è quella luce arancione.
Se tu, lettore, non giri la pagina non saprai mai che cosa è quella luce arancione. 
Serve coraggio, in entrambi i casi.
Talla apre la porta e tu lettore giri la pagina ed entrambi scoprite che la luce arancione NON è l'uomo nero che vi vuole portare via. 


E così, di piccolo buio in piccolo buio, di di porta in porta, di parete in parete, di ambiente in ambiente, Talla insegue le tante lucine colorate, sempre diverse, e tu lettore, di pagina in pagina, verifichi con lei che non si tratta di squali, fantasmi, mostri o lupi.
Fino ad arrivare insieme nell'ultima camera della casa e constatare che quel bagliore lo dà la lampada del comodino di mamma, rimasta accesa, perché la poverina, evidentemente molto stanca, si è addormentata con il libro sulla faccia.
Con la mappa finale dell'intero appartamento di Talla che è nell'ultima pagina del libro puoi ripercorrere con lei tutto il tragitto che ha fatto e allora, sfogliando a ritroso, riesci anche a capire qui pochi particolari dell'arredo che qualificano ogni ambiente, seppure avvolti dal grande buio.


Il buio, e la relativa paura del, è tema caro ai piccoli lettori. Come sempre, essendo il buio un contenitore potenzialmente infinito, dà modo di declinare secondo forme tra loro molto diverse le storie che lo riguardano.
Qui sembra insolito lo spunto di partenza, ovvero quelle lucine che pulsano in molte delle nostre case, quando tutto tace e si va a dormire.
Le spie accese che segnalano lo stand-by di televisori, lavatrici o caldaie sono la consuetudine, anche se sarebbe un bel risparmio spegnerle.
Da una parte ci tengono compagnia o, ancor meglio, ci orientano, come le lucine delle piste aeroportuali, quando al buio andiamo a far pipì, ma agli occhi di un bambino mezzo addormentato possono sembrare un mucchio di altre cose. Di cui alcune spaventose: occhi di lupo, denti di squalo, antenne di mostro.


Divertente è il testo che ha un suo ritornello interno che, alla lettura, sarà piacevole ascoltare e riascoltare.
Ricercato è anche l'uso che Cristina Petitfa delle diverse tecniche che utilizza nelle tavole e interessante la loro commistione in digitale. Certa disarmonia nell'alternarsi delle pagine forse deriva da una esigenza di voler differenziare le parti 'frutto dell'immaginazione' dal resto del disegno, chissà. 


Disegno, fotografia, 'effetti speciali' come la  sfocatura e un tratto che mi pare un po' troppo immaturo movimentano comunque le pagine. A partire dalla bella copertina.

Carla

Noterella al margine: un grazie al mio consulente notturno di illustrazione digitale, Andreo Alemanno.

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

$
0
0

LA MIA BANDA SUONA IL ROCK


Ovvero, giovani e musica, musica e redenzione. 
Il nuovo romanzo di Benedetta Bonfiglioli, My bass Guitar, come dice il titolo, entra nella vita di un gruppo di ragazzi, membri di una band, come ce ne sono tante. Tanta dedizione, qualche talento e tonnellate di sogni. In realtà la vita di questo gruppo di ragazzi, del protagonista in particolare, non può che essere complicata da vicende personali e familiari al limite: Noah non ha conosciuto il padre e la madre si è precocemente ammalata di alzheimer; il ragazzo, non ancora maggiorenne, vive da solo sotto la supervisione di una zia comprensiva. E' un musicista di talento, un ragazzo in gamba, ma troppo segnato dalla solitudine. Con l'arrivo di una nuova compagna di scuola, Lisa, si aprono nuove e complicate prospettive di vita, con l'affacciarsi dell'amore e con il desiderio di ritrovare in qualche modo la madre. La chiave per affrontare i propri sentimenti sarà la musica, capace di comunicare e di trasformare.
Anche questa volta l'autrice, come nel precedente romanzo Pink Lady, per inoltrarsi nel territorio complesso dell'adolescenza, sceglie la strada delle situazioni estreme, in cui i giovani protagonisti devono confrontarsi con la perdita di una persona cara; in questo caso, la solitudine, il senso d'abbandono, il dover ricercare, soli, una via di ricostruzione di un rapporto, quello con la madre, apparentemente perduto. L'amica Lisa è figlia di divorziati con tutto il dolore, le frustrazioni e le incomprensioni che questo spesso comporta.
Ben descritte le complicate relazioni amicali e sentimentali, tutto sommato la trama tiene e porta il lettore, dai dodici in su, a seguire il percorso di rinascita del protagonista. Resta, secondo me, l'impressione di una sommatoria di componenti narrative, atte a 'drammatizzare' le situazioni in cui si muovono i personaggi e non sempre funziona. È la vita così com'è, magari anche banale, ad esser piena di misteri, di silenzi ininterpretabili, di parole di troppo, di dubbi. È crescere che è complicato, lo è cambiare, fare delle scelte, essere capaci di costruire relazioni importanti. 
Anche senza elaborate tragedie.

Eleonora


My bass guitar”, B. Bonfiglioli, San Paolo edizioni 2014



Article 1

$
0
0

SULTANINI PLISSETTATI

Oggi un nuovo biscotto imparato durante le lezioni di biscotteria: il sultanino, elegantemente vestito con un pirottino di carta plissettato.


Ecco gli ingredienti: 
150 gr di burro
125 gr di zucchero a velo
15 gr di miele di acacia
2 uova
150 gr di farina
90 gr di uva sultanina
scorza di due arance
100 ml rum
 
La sera prima mettete ad ammorbidire l'uvetta nel rum.
Mescolate il burro fuso con lo zucchero a velo (setacciato), il miele e la scorza di arancia grattugiata. Aggiungete le uova, la farina setacciata e l'uvetta con il rum.
Potete mettere delle cucchiaiate direttamente sulla carta da forno, oppure riempire degli stampini di silicone o metallo, o ancora usare dei pirottini di carta da forno. 
Cuocere a 170 °C per 20 minuti.

Lulli



FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

$
0
0

FORMIDABILI QUEGLI ANNI?


Un esordio narrativo per una storica della Resistenza, Anna Balzarro, che tenta con L’anno della maturitàun’operazione ambiziosa: raccontare l’eredità della Resistenza e la parziale continuità con gli anni ‘di piombo’. Ambizione realizzata solo in parte: la trama prende il via dalla scoperta di frammenti di una lettera scritta alla madre del protagonista, Giulio, da parte di un’amica; in tale lettera si fa riferimento ad un’imprecisata fuga dopo l’uccisione di un ingegnere a Genova e l’arresto di un ex partigiano. Il ragazzo e i suoi amici, freschi di maturità, cercano di ricostruire gli eventi cui allude la lettera, avvenuti nel ’77. Così cominciano un viaggio fra i paesi della Liguria che sono stati teatro di episodi della Resistenza, cui hanno preso parte i nonni di Giulio; da qui sembra partire un filo rosso che dovrebbe portarli a scoprire se effettivamente sua madre sia stata coinvolta in qualche episodio di ‘lotta armata’.
Come si vede, lo sfondo su cui si dipana la storia è ben complicato e richiederebbe un respiro e degli approfondimenti che nel romanzo non ritroviamo. Dubito che, letto questo libro, i giovani lettori/trici siano in grado di farsi un’idea del nesso fra memoria della Resistenza e movimenti politici degli anni ’70, nonché del rapporto che con essi hanno avuto le formazioni di stampo terroristico. Eppure, raccontare ai ragazzi e alle ragazze di oggi quegli anni incredibili, pieni di entusiasmi e di sconfitte, di speranze e di errori, sarebbe una gran cosa, che magari potrebbe chiarirgli qualche aspetto del nostro triste presente. Il testo è troppo breve e troppo concentrato sulla soluzione della tematica principale, scagionare la madre di Giulio da responsabilità che non ha avuto; per far questo l’autrice sceglie di spostare l’attenzione sulla ricostruzione dei momenti più duri della lotta partigiana, con i tradimenti, le delazioni, le rappresaglie naziste e gli strascichi di odio non ancora sopiti. Questa è indiscutibilmente la parte migliore del romanzo, la più viva e credibile, mentre lo scioglimento del nodo narrativo appare troppo frettoloso e abbozzato.
La lettura è indicata per lettori che abbiano almeno sfiorato queste tematiche storiche, dai quattordici anni in su, ma va detto che lavorare sulla memoria è importante. Più volte ho sottolineato come negli ultimi decenni si fosse in qualche modo interrotta la comunicazione fra generazioni e il senso di tante lotte, di scelte di vita, si sia diluito fino a diventare folklore. Quindi ben vengano storie capaci di riannodare qualche filo, aprire un confronto fra generazioni che tenga conto delle responsabilità e del prezzo che ciascuna di esse ha pagato nel cercare di costruire un futuro migliore.
Ricordo, in chiusura, un testo che ha cercato di spiegare quegli anni ‘formidabili’,Gli anni settanta raccontati a ragazzi e ragazze, edito da Manifestolibri, di cui ho già parlato.

Eleonora

L’anno della maturità”, A. Balzarro, Sinnos 2014




LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0
CHE CIMPA!

Cimpa la parola misteriosa, Catarina Sobral
Nuova Frontiera Junior 2013


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"Scomparsa dalla notte dei tempi, fu ritrovata per caso, in un vecchissimo dizionario.
Era una nuova parola: CIMPA. Ben presto la notizia si sparse ovunque. Tutti volevano utilizzare la recente scoperta, ma nessuno sapeva come.
Nessuno sapeva che cosa significasse e neppure a quale classe di parole appartenesse..."

Secondo la vecchissima professoressa è un verbo: cimpare, della prima. E così quando quella bambina bruciò la torta, sua madre le gridò di cimparla...
Secondo il linguista invece CIMPA era un nome e non un verbo. Le cimpe che sono all'estero sono verdi, sosteneva qualcuno che era certo di averle viste...Ed erano ottime nel risotto!
Ma quale nome e nome: CIMPA è un aggettivo e così cimpa, cimpissima e cimposo cominciarono a entrare nel lessico di tutti i giorni. Ma da lì a cimpamente il passo fu breve.

Insomma, ognuno usava la nuova parola a seconda di come tirava il vento: pronome, congiunzione e poi diventò addirittura preposizione. Ma lo studioso che l'aveva scoperta non poteva accettare tanto pressapochismo su una questione così puntuale qual è la grammatica e così, dopo aver studiato e ristudiato, pensato e ripensato arrivò alla conclusione che Cimpa non poteva essere altro che un PERLINCO...


Cimpa che libro! È proprio una bella cimpa leggerlo. E pensare che quando lo avevo visto nella sua versione originale, in lingua portoghese, non lo avevo quasi cimpato. Eppure, va detto cimpamente, questa idea è davvero buona.
Cimpare in classe con i bambini potrebbe essere fonte di grandi risate e di grandi riflessioni grammaticali, entrambe attività auspicabili.
Cimpando si impara, e se lo si fa con divertimento è ancora meglio.
Ma Cimpa non è solo questo: se da un lato la parola inventata che si modella a seconda dell'uso che ognuno ne fa può essere spunto per ragionare sulle categorie grammaticali, intorno a cui 'ronzano' i ragazzini fin dalla prima elementare, dall'altro la parola inventata e usata da tutti, pur ignorandone il significato, ci apre gli occhi su quei tanti fenomeni di massa che chiamiamo comunemente 'moda'.
Cimpa diventa di moda e tutti gli abitanti della città, per sentirsi a la page,cominciano ad usarla. Poco importa che ne ignorino il senso ultimo.
D'altronde la moda spesso annebbia il pensiero o, quanto meno, lo uniforma secondo criteri condivisi dalla maggioranza. Per il maitre à penserdi turno dettare legge è un gioco da ragazzi, se tutti pendono dalle sue labbra e prendono come oro colato le sue parole, cimpa inclusa.

Carla


Noterella al margine: che Cimpa sia un libro geniale in molti suoi aspetti spero lo abbiate intuito (Premio come miglior libro per bambini, conferitogli dalla Società degli autori portoghesi lo scorso anno).
Nelle illustrazioni di Catarina Sobral, che, per taglio prospettico, hanno il pregio di chiamarti dentro ci sono dei veri e propri gioielli. A parte le citazioni di Lisbona con il suo tram 28 e la Biblioteca Nacional de Portugal, ci si bea nella pagina dedicata alle librerie. Vero e proprio catalogo di luoghi di culto per ogni buon lettore. A partire dalla AB di Amsterdam con le sue tende a righe rosse e bianche per finire alla Shakespeare and Company di Parigi, senza dimenticare la famosa Ler Devagar di Lisbona, riconoscibile per il suo ciclista volante. 


Che nostalgia!

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

LA SEDIA VUOTA

Nel bosco, Anthony Browne
Kalandraka 2014




ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"Una notte fui svegliato da un rumore terrificante.
La mattina dopo, era tutto tranquillo. Papà non era in casa. Chiesi alla mamma quando sarebbe tornato, ma sembrò che non lo sapesse. Papà mi mancava."


La sedia è vuota. I bigliettini messi ovunque con la frase papà torna a casa e la mamma che gli chiede di andare dalla nonna malata per portarle una torta in un cestino di vimini.
Quel bambino inquieto si mette in cammino ma, come vuole la tradizione, non segue il consiglio della madre di percorrere la strada più lunga per evitare il bosco. Al contrario prende la scorciatoia perché ha in animo di tornare presto a casa nell'eventualità suo padre possa tornare. 


Unico elemento a colori in un bosco in bianco e nero, il bambino incontra lungo il tragitto il Giacomo del Fagiolo magico in cerca di un acquirente per la sua mucca, una bambina dalle lunghe trecce bionde che forse di lì a poco andrà a occupare la casa di tre ignari piccoli orsi e due fratellini piangenti e infreddoliti in cerca dei genitori andati a far legna più in là...Il bosco via via si infittisce e i rami diventano intrico nodoso dietro cui si nascondono arcolai abbandonati, torri da cui pendono trecce. E poi comincia a nevicare. E quel cappottino rosso, un montgomery con il cappuccio, che pende da un attaccapanni fermato ad un ramo, fa proprio al caso suo. La metamorfosi è così completa: Cappuccetto Rosso è tornato. Non resta che bussare alla porta della nonna e aspettare che lei risponda. Una voce insolita lo invita ad entrare...


Ecco, come in molti dei libri di Browne, la tensione è ormai alle stelle.
Pronta a esplodere in un fascio di luce girando semplicemente la pagina...
Maestro indiscusso dell'inquietudine, Anthony Browne, in questo libro uscito per la prima volta nel 2004 per Walker Books, è di nuovo alle prese con una storia costruita sul mistero. Una vicenda semplice sulla falsariga di Cappuccetto Rosso in cui si intrecciano mille altri riferimenti fiabeschi, ottenuti attraverso raffinate allusioni, velati riferimenti. Particolari che si intravedono e che hanno il compito di confermare l'intuizione del lettore ad andare in una direzione di significato piuttosto che in un'altra. Ma niente di più. Bisogna aver già metabolizzato un bel po' del patrimonio fiabesco per poter capire gli ammiccamenti di Browne. E se così non è, ci si può far guidare dall'uso 'semantico' che lui fa del segno e del colore, o sarebbe meglio dire, del non colore e del segno. Il contesto fiabesco si distingue con grande chiarezza dalla trama reale per questo suo retino grigio costante, mentre il colore è utilizzato allo stesso modo come se fosse un tono della voce. Piatto nel momento dell'inquietudine, squillante e solare nel momento del superamento, del passaggio e della risoluzione dell'intera vicenda.
Pensiamo a Gorilla oppure a The Tunnel o ancora a Voices in the Park. Quante cose non dette, quante ombre, e quanta ambiguità generatrice di inquietudine. E poi, come sempre, i nodi per incanto si sciolgono e tutto torna ad essere chiaro e pieno di luce.
Ieri ho portato Nel bosco ad uno dei miei incontri settimanali in libreria. Letto con lentezza, rispettando il ritmo interiore del libro, ho visto bambini retrocedere verso le ginocchia accoglienti delle madri retrostanti e ho visto quelle stesse madri sgranare gli occhi ad ogni giro di pagina, ho sentito il silenzio sospeso nella sala e quindi ho visto tutti, grandi e piccoli, all'unisono riprendere fiato dopo un catartico sospiro di sollievo...


Gran libro, gente, gran libro!

Carla

Article 2

$
0
0

CIAMBELLE AL VINO TINTO

Casa mia è alcohol free. Tutti astemi, canetta compresa. Comprare il vino non è il nostro forte e gli amici più cari lo sanno quindi, quando sono invitati a cena, se lo portano. Andrea, che ha una buona progettualità, quella sera se ne portò addirittura due bottiglie: una di bianco e una di rosso. Bevve il rosso (il bianco è ancora in frigo che aspetta il suo ritorno), ma lasciò uno o due bicchieri in quella bottiglia che stazionò per alcuni giorni un po' qui e un po' lì sul ripiano della cucina. Andava smaltita rapidamente e così: ciambelline al vino tinto (perché ha effettivamente tinto ogni superficie su cui poche sue gocce sono state versate).


Ingredienti:

5 bicchieri di farina 00 (circa mezzo chilo)
1 bicchiere di olio di semi (140 ml circa)
1 bicchiere di zucchero (150 gr circa)
1 bicchiere di vino rosso (125 ml circa)
un pizzico di sale
8 gr di lievito
un cucchiaio di semi di anice
un po' di zucchero per la copertura


Accendete il forno a 180°.
Mischiate gli ingredienti asciutti, ovvero farina, sale lievito e zucchero e disponeteli a vulcano sulla spianatoia, quindi nel cratere versate lentamente il vino e l'olio. I semi di anice, prima di mescolarli, pestateli leggermente in modo da favorire la fuoriuscita dell'aroma.
Lavorate l'impasto che sarà bello untuoso e poi prendete dei morceaux di pasta e lavorateli a rotolino sulla spianatoia ben infarinata. Chiudeteli ad anello, girandoli intorno a due dita (se fate gli anellini troppo piccoli rischiate con la lievitazione la loro chiusura al centro). Passate le ciambelline quindi nel piatto con lo zucchero per decorarne solo il lato superiore e disponetele sulla teglia ricoperta di carta da forno a una certa distanza l'una dall'altra.
Infornatele e cuocetele per 25-30 minuti.
Rotolano giù che è un piacere!


 Carla

 


FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

$
0
0

E, FINALMENTE, FELICITA'!




Ritorna Polleke, ritorna la sua omonima vitellina, grande ormai quasi come una mucca, il fidanzato Mimun e l'amica Caro, e l'insieme dei personaggi che le ruotano intorno, Spik, il padre, finito in Nepal a cercare una via di redenzione, la mamma che forse è nuovamente felice con il suo fidanzato, il maestro di Polleke. I serafici nonni, che hanno costruito una vita sulla serenità e sulla concretezza. C'è anche l'amico Tom e la nuova amica Consuelo, che viene dal Messico con un bagaglio di dolore.
Polleke sta crescendo, si sente grande e come sempre deve confrontarsi con problemi grandi, con domande che non si possono fare, per non offendere la sensibilità di chi ha sofferto, e con altre che restano per forza senza risposta: che questa sia davvero la volta buona e che Spik abbia intrapreso il giusto percorso per allontanarsi dalla droga, è difficile dirlo. Così come sono complicati i sentimenti che si affacciano prepotenti nella vita di una ragazzina che non è più bambina: si può voler bene ad un ragazzino, ma senza desiderare di starci insieme; si può essere gelose e ferite da un tradimento, ma si può anche perdonare. Cosa tiene davvero insieme due persone? E che cosa può renderle felici? Non certo l'amore eterno, come la vicenda dei suoi genitori ben insegna. Ma anche dai fallimenti, dalle sconfitte si può riemergere, anche da scelte sbagliate e pericolose. Si può imparare ad aspettare un ritorno forse improbabile e a rispettare il silenzio di una nuova amica.
Il filo di questa storia è la ricomparsa di Sop, l'orsacchiotto di pezza dell'infanzia di Polleke; questo orsacchiotto fa tornare il sorriso a Consuelo, india messicana emigrata da poco e riprenderà, questo vecchio orsacchiotto di pezza, la parola, in un modo assolutamente magico...
oh, che beltà
un'improvvisa
felicità!

come recita una delle poesie di Polleke nel capitolo finale. Ovvero, la vita può metterti alla prova, può costringerti alla resa, ma poi può offrirti nuovi spunti di imprevedibile felicità, di serenità ritrovata, di ritorni imprevisti e folgoranti. Questo è forse il romanzo in cui Kuijer maggiormente insiste sul tema della speranza, del futuro, della consapevolezza che le cose possono anche cambiare; senza retorica, anzi con il disincanto della giovane protagonista, che si è già scontrata con le infelicità e i tradimenti degli adulti, il padre e la madre prima di tutti.
Nei nostri tristi tempi, leggere libri come questo è quasi obbligatorio per una sana e doverosa iniezione di ottimismo nei giovani lettori. Anche in questo caso, come nei due romanzi precedenti (quie qui)
la lettura è consigliata a partire dai dodici anni. Ma la consiglierei vivamente a tutti quei genitori pessimisti e smarriti che hanno perso, e non a torto, la visione del futuro. Ricredetevi con Polleke.

Eleonora

Un'improvvisa felicità”, G. Kuijer, feltrinelli kids 2014.

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

DI FIDO MI FIDO

Perché il cane ha il naso bagnato?Kenneth Steven, Øyvind Torseter
Electa Kids 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Ma una mattinaPRESTO, DOPO VENTI GIORNI E VENTI NOTTI di navigazione in mare aperto, successe una cosa veramente terribile. Nell'arca si aprì un buco!
Il buco tra le assi non era più grande di una noce. Non molto per una barca grande come un campo di calcio..."

Ma tant'è: la situazione è critica. Occorre trovare rapidamente una soluzione altrimenti tutti gli sforzi fatti da Noè per fare l'arca e per convogliarci tutti gli animali, dai più piccoli ai più mastodontici, risulterebbero vani.
Mentre il patriarca, sul luogo della falla, studia il da farsi, il cane, animale storicamente fedele, non lo ha abbandonato. E presenzia. Sarà stata l'urgenza, sarà stata la circostanza, Noè pensa che del cane ci si può fidare e così lo solleva da terra e lo infila nel buco a tappar la falla, con il naso.


Il 'tappo' di fortuna funziona tanto è vero che ai piani alti, scongiurato il pericolo, già si festeggia.
Per venti lunghi giorni e per venti lunghe notti il cane restò lì, fedele alla consegna, come solo i cani sanno fare. Abnegazione, senso del dovere, responsabilità fecero il resto.
Quando l'arca finalmente sotto un bel arcobaleno si incagliò, tutti gli animali scesero a terra e Noè in testa. Ma fortunatamente quel giorno non aveva bevuto neanche un goccetto e quindi si ricordò perfettamente di aver dimenticato 'qualcosa' sull'arca e, più in particolare, il tappo-cane.
E quello, poveretto, era ancora lì nella stiva a tappare un buco, inutilmente.
Ed è per questo che da quel giorno i cani hanno sempre il naso freddo e bagnato.


L'oggetto 'naso di cane'è già di per sé un gioiello della natura. E ora, sapendo come è andata, la sua preziosità aumenta ulteriormente. Tondo, scuro o rosa, con quei due buchi simmetrici, capace di muoversi autonomamente rispetto al retrostante muso, il naso del cane è protagonista assoluto dell'intero libro. Sebbene di pagina in pagina il disegno vada complicandosi lui resta un punto (!) fermo, una sicurezza.
A parte l'idea di partenza che trovo geniale, anche se non proprio politicamente corretta,Perché il cane ha il naso bagnato?mi pare un'ottima prova di Øyvind Torseter. Già vista nel libroIl buco (Orecchio acerbo, 2013) la sua vena assurda, qui l'illustratore norvegese si scatena in una serie di amene quanto movimentate letture alternative della storia tradizionale. Noè e signora sono quindi ritratti come una giovane coppia di ragazzi, gli animali si nutrono di lecca lecca o di junk food, giocano a carte o sentono la musica dagli elle pi, il tutto in una baraonda generale dovuta al precario equilibrio che si ha quando si va per mare.

Il lettore più scaltrito potrà notare nelle grandi tavole di Torseter tante microstorie che si intrecciano con la narrazione principale: si vedrà Noè che tra poco diventerà padre, il coccodrillo che cerca di portare fuori rotta le sue potenziali prede e gli orsi polari impegnati in un tressette.
E infine lui, il cane portatore di naso, che dal principio alla fine di questa storia mantiene la sua espressione perplessa: quei due grandi occhi tondi ti catturano fin dalla copertina ed immediatamente non si può fare a meno di fare il tifo per lui!



Carla

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

E NON SI LASCIARONO MAI PIÙ

Nero-Coniglio, Philippa Leathers
Lapis 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"CONIGLIO SI SVEGLIÒ DI BUON MATTINO e sbucò dalla tana nel brillare del sole. Era una bella giornata. Ma accadde qualcosa di strano. Non era solo.
Coniglio era impaurito. "Vattene via Nero-Coniglio!" esclamò. Ma Nero-Coniglio non si mosse."


Coniglio, spaventato come un coniglio, fugge sempre più veloce e Nero-Coniglio alle calcagna. Nascosto dietro un albero è un buon nascondiglio, perché lì Nero-Coniglio sparisce, ma appena esce alla luce del sole Nero-Coniglio è di nuovo lì. Anche nell'acqua pare un posto sicuro...
Silenzioso ed incombente Nero-Coniglio non molla. 


Nella Foresta fitta e buia, il piccolino si ferma e con un sospiro di sollievo,  si accorge di non essere più inseguito... Di chi sono però quei due occhi luminosi? Non è Nero-Coniglio ma un lupo famelico. Forse siamo alla fine del coniglio e del libro, o forse no.

Quel coniglietto bianco, così spaventato, e con le guance sempre un po' arrossate, che si copre gli occhi di fronte all'estremo pericolo, fa grande tenerezza. La stessa tenerezza che fanno i bambini piccoli quando scoprono la loro ombra. Il problema è il medesimo. 


Si tratta dell'opera prima di Philippa Leathers, giovane illustratrice britannica animatrice di serie di cartoni animati quali Peppa Pig e Charlie e Lola. La costruzione dei disegni ad acquerello della storia ricorda e risente un po' della sua impostazione da cartoonist, ma in complesso il risultato finale è molto gradevole. La piccola ma grande idea della scoperta della propria ombra è apprezzabile anche dai lettori più piccoli. L'unico che non sembra aver capito fino in fondo che Nero-Coniglio non è altri che la propria ombra è proprio il coniglietto rubizzo che però - balzellando - se ne va con lui per mano con la consapevolezza che non lo avrebbe lasciato mai più.


Carla


UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)

$
0
0

MOSTRI, DISEGNI E CONFLITTI

Vi propongo una passeggiata fra diverse mostruosità, simpatiche o meno, grazie a due illustrati pubblicati da Lapis e Nord-Sud, testi di qualche decennio fa.


Se per caso vi siete mai chiesti/e come inizia un conflitto, c'è una storia che ve lo spiega molto bene: Due mostri, di David McKee, l'autore del fortunato elefantino multicolore Elmer. La trama è presto detta: due mostri, uno di qua, l'altro di là di una montagna, si parlano attraverso un buco; un giorno, però, hanno una profonda divergenza d'opinione sulla definizione di crepuscolo: è forse la fine del giorno, o non è meglio dire che è l'inizio della notte? Dalla divergenza di opinione al conflitto il passo è breve e si trasforma ben presto in uno scambio di improperi e in una violenta sassaiola che finisce per demolire la montagna. 


A quel punto, magicamente, i due iracondi personaggi ritrovano l'accordo e siedono pacificamente l'uno accanto all'altro, contriti, sì, per aver raso al suolo la montagna, ma molto, molto divertiti. 


Ecco raccontato con grande semplicità il meccanismo diabolico che trasforma un'inezia in una spirale inarrestabile di piccole e grandi violenze.


La dinamica di questa storia mi ha ricordato il crescendo di minacce e di armi stravaganti raccontate da Dr. Seuss ne La battaglia del burro, scritto più o meno negli stessi anni in cui è stato scritto anche il libro di McKee; anche lì gli Zighi e gli Zaghi erano ferocemente divisi per definire la parte giusta di una fetta di pane su cui spalmare del burro, quella di sopra contro quella di sotto. Anche in quella storia ciascuno difendeva la propria verità a suon di insulti e di armi via via più raffinate e grottesche. Ma, mentre in Dr. Seuss è chiara l'intenzione di declamare l'inutilità e la futilità di qualsiasi guerra, e la ricerca ossessiva dell'arma definitiva, il nostro McKee, felicemente 'ripescato' dall'editore Lapis, ha creato due personaggi a loro modo simpatici, nella loro mostruosa ottusità e nell'altrettanto mostruoso compiacimento a disastro compiuto; sono personaggi che ammiccano al lettore bambino, complice nell'inconfessabile piacere delle zuffe. 


A giocare con i mostri hanno pensato anche Russell Hoban e Quentin Blake, con una storia decisamente più inquietante, scritta nel '79, dal sintetico titolo Mostri. Qui abbiamo un normalissimo bambino e due genitori preoccupati, perché il pargolo disegna e disegna, con solerte applicazione, da mattina a sera, e fin qui sembrerebbe niente di strano, solo che il ragazzino disegna solo mostri e per di più proprio mostruosi, litigiosi e feroci. 

Un giorno John comincia un disegno su un grande foglio di carta da pacchi: è una coda, spinosa. Nei giorni successivi continua a disegnare altre parti del corpo, i genitori sempre più preoccupati portano John dal dottor Plugger e nel suo studio prenderà vita, nel senso letterale, il capolavoro di John.
La storia è geniale, di pagina in pagina fa sorgere il dubbio che ci sia qualcosa che non va, eppure l'ossessione per i mostri non è così rara, né lo è l'ossessione per il disegno. Le ultime battute sono un capolavoro di sottintesi e doppi sensi, che preludono a un finale che strappa la risata, ma è all'impronta dell'humour nero e dell'assurdo, quando saltano tutte le regole del comune buon senso, in questo assecondate dalle perfette illustrazioni di Quentin Blake.


Se i Due mostri di McKee ispiravano simpatia nella loro grottesca rozzezza, rendendo il libro divertente anche per i più piccoli, con Hoban e Blake entriamo dritti dritti nel surreale, con un pizzico di horror, quel po' di sottile cattiveria che possono apprezzare bambini un po' più grandi, dai 7 anni in poi. Magari proprio quelli che detestano il loro pediatra e che lo vedrebbero bene fra le grinfie dei mostri di John.

Eleonora

“Due mostri”, D. McKee, Lapis 2014
“Mostri”, R. Hoban e Q. Blake, Nord-sud 2014
“La battaglia del burro”, Dr. Seuss, ultima edizione italiana Giunti 2002




LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

VOLTA PAGINA!

Aiuto, arriva il lupo! Ramadier & Bourgeau
Babalibri 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

Il lupo si avvicina... Presto! Volta la pagina per liberartene!
Si avvicina...Presto! Volta la pagina!

Il lupo lentamente ma inesorabilmente si sta avvicinando. Da piccolo che era, all'uscita di un bosco, con passo marziale si avvicina sempre di più. Ormai è diventato grande nella pagina e non è più al margine, ma al centro della pagina. 


Al piccolo lettore conviene ascoltare la voce fuori campo che dà utilissimi consigli. Inclinando il libro verso destra, il lupo probabilmente scivolerà verso il margine della pagina e poi, perso l'equilibrio, cadrà. Teniamo il libro inclinato e per lui non ci sarà scampo...Come nella migliore tradizione di moltissimi cartoni animati il lupo scivola sì nel burrone, ma quel ramo secco sporgente dalla scarpata è per lui un ottimo appiglio. Perbacco! Il lupo è ancora lì attaccato. Così viene naturale scuotere il libro per intero in modo da rendergli instabile l'appiglio. Non basterà. Possiamo dunque capovolgerlo. Ma quel lupo ne sa una più del diavolo...
Come sempre di fronte a una bella storia che finisce, si ha voglia di ricominciare...



Questo bel cartonato, dagli angoli smussati, ci sembra un libro adattissimo per lettori anche molto piccoli. Finalmente un libro anche per loro. Degli stessi autori di Ecco un uovo! (altro libro consigliabile per quella fascia di età), Cédric Ramadier e Vincent Bourgeau, questo libro spopolerà nel nostro corso di formazione che abbiamo avviato con giovani mamme di nido. Sempre alla ricerca di bei libri da condividere con il loro bambino, saranno contente delle pagine cartonate, degli angoli stondati, del disegno facile ma non banale, dell'uso di colori attrattivi, del gioco interno da fare con il proprio interlocutore, del brivido di terrore che lo percorre...
Siamo appena riusciti a convincere con tanta fatica i nostri piccolissimi ascoltatori che ciò che è raffigurato sulla pagina di un libro, non è la cosa in sé, pertanto non è effettivamente afferrabile. Gli abbiamo spiegato con pazienza che è solo una sua raffigurazione. E ora arriva questo libro che smonta tutto!
E non vale!
Come furono già due capolavori come Un libro, di Hervé Tullet (Franco Cosimo Panini 2010) e Siamo in un libro! di Mo Willems (Il Castoro, 2013), o gli attualiI libro cane di Lorenzo Clerici (Minibombo, 2013) eIl libro gatto di Silvia Borando (Minibombo, 2013), anche quest'ultimo libro Babalibri va nella direzione contraria al nostro insegnamento.
L'oggetto raffigurato nel libro si muove nella pagina, dialoga in qualche modo con il lettore: lo chiama dentro, coinvolgendolo nella ricerca della soluzione al problema.

Ma per una cosa la 'disinsegnata'ce n'è un'altra'insegnata': per conoscere le storie bisogna voltar pagina, andare avanti.Sembra banale, ma non lo è affatto: è un grande insegnamento sempre utile.
Così il piccolo ascoltatore alla fine penserà tra sé, parafrasando Calvino:"Lo dicevo io che le storie sono vere!"


Carla

Article 2

$
0
0

BELLI E BUONI

Vi ricordate quei biscotti che si presentano come dei mucchietti bitorzoluti, non graziosi, ma molto molto buoni? Oggi ve ne propongo una versione altrettanto buona, ma in più anche bella.
La ricetta proviene sempre dalle lezioni di biscotteria del corso per pasticcera.



Gli ingredienti sono:
125 gr di zucchero a velo
125 gr di nocciole
20 gr di albume (in pratica un albume)
6 gr di cacao amaro

Prima di tutto fate tostare le nocciole mettendole in una teglia in forno a 180 °C per 15 min. Ogni tanto scuotete la teglia per girare la frutta secca.
Una volta raffreddate completamente, frullatele con lo zucchero a velo fino a ottenere una granella piuttosto sottile.
Impastate il composto di nocciole e zucchero con il cacao e l’albume così da avere un impasto consistente.
Mettete il tutto su un foglio di carta da forno abbondantemente spolverizzato di zucchero a velo. Coprite con un altro foglio e appiattite con il matterello fino all’altezza di mezzo centimetro. Spolverizzate la superficie con altro zucchero e lasciate asciugare per un giorno a temperatura ambiente.
Ritagliate dei quadretti o rettangolini, metteteli in una teglia e infornate a 160 °C per 15 min.
Con lo stesso procedimento e le stesse dosi (eliminando il cacao), al posto delle nocciole si possono utilizzare le mandorle.

Lulli

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

$
0
0

Romeo e Giulietta, Mario Ramos
Babalibri 2014


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"C'era una volta un elefante enorme, grande come una montagna. Si chiamava Romeo ed era un elefante felice.
Beh, quasi...
Aveva solo un piccolo problema. Un piccolissimo problema."



Era timido. Ovvero arrossiva per un nonnulla e gli amici lo prendevano in giro, chiamandolo Pomodoro perché un elefante rosso, seppure di timidezza, è pur sempre un'anomalia. Per questa ragione aveva preso l'abitudine di uscire solo dall'imbrunire in poi. Con il buio i colori si smorzano e tutto sembra grigio (d'altronde di notte tutti i gatti sono bigi). In una di queste sue solitarie passaggiate notturne sente una vocina piuttosto decisa che lo apostrofa dicendogli di fare attenzione a dove mette le sue zampone, visto che lei anche vuole avere il diritto di godersi una passeggiata in solitudine nella notte.
Caso vuole che il rosso sia il colore preferito di quella topolina di nome Giulietta e che tra i due scocchi la scintilla. Andare a vedere l'oceano è la loro prima passeggiata romantica...

Forte di questo nuovo amore, Romeo decide di tornare al villaggio e lì Giulietta dà il meglio di sé.
Elefante e topolina, al pari dei loro omonimi, appartengono a due famiglie (animali) molto diverse, ma a loro riesce di stare vicini per sempre perché semplicemente stanno bene assieme.

Mai tanto compianto, Mario Ramos, continua a allietare le nostre letture.
Questo libro che io ho nella sua versione spagnola è stato parte della maratonafatta in libreria ormai più di un anno fa in occasione della sua scomparsa.
Mi riempie di gioia vederlo tradotto e pensare che da oggi anche i bambini italiani possano, attraverso questo albo illustrato, ragionare sulla timidezza e sul fatto che essa si possa sconfiggere, magari con l'aiuto di chi ci vuol bene. Potranno sorridere e intenerirsi a guardare quel sederone da elefante e quella topolina appollaiata sulla zanna e scoprire che l'amore ignora le diversità.

Carla

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

$
0
0

DINOSAURI A COLAZIONE


 



















O meglio, cosa fanno i dinosauri quando devono mangiare? Tranquille, non si mangiano il bambino lettore, anzi ne prendono le veci nei primi due illustrati di una serie creata dagli americani Jane Yolen e Mark Teague: Cosa fanno i dinosauri quando è ora di mangiare?E Cosa fanno i dinosauri quando è ora di dormire?
Dunque i diversi dinosauri impersonano di volta in volta il 'bravo' bambino o quello 'discolo'. E se si tratta di mangiare, forse il nostro super rettile butterà per terra la scatola dei cereali o, a pranzo, farà volare gli spaghetti, si infilerà i fagiolini nel naso? Certo che no, la domanda è retorica.
Il bravo dinosauro bambino assaggia ogni cosa, comprese le odiate verdure, dice grazie prego e si siede composto!
E quando arriva il momento di andare a dormire? Il dinosauro bambino non salta sul letto, non butta tutto all'aria, non fa sceneggiate, no, proprio no.Manda un bacino, spegne la luce e s'infila sotto le coperte.
Evidente lo scopo pedagogico, con la sequenza giusto sbagliato che sfrutta l'identificazione del bambino con il suo alter ego di carta, di volta in volta bravo o briccone.


Oggettivando i propri comportamenti monelli e attribuendoli ai personaggi dell'illustrato, il bambino si libera dal peso dei suoi comportamenti 'sbagliati' e può anche riderci su, con un tracodonte che punta i piedi e l'anchilosauro che vuol essere portato a cavalcioni.
Una sorta di manuale di buone maniere che punta sul buffo, sul grottesco per rappresentare le norme di comportamento, sfruttando anche la simpatia di questa galleria di rettili giganti, che affascina tutti, ma proprio tutti i bambini. Per quelli proprio innamorati dei t-rex, sono indicate nelle prime e ultime pagine i nomi precisi di ciascun 'attore', per il gusto tassonomico dei piccolissimi scienziati. E', ovviamente, una collana per i più piccoli, a partire dai tre anni. Le illustrazioni di Mark Teague hanno un deciso gusto retrò, quasi da confezione dei biscotti anni '60 e rappresentano con umorismo l'anomala situazione che vede una vasta gamma di genitori umani alle prese con figli rettiliani, decisamente ingombranti. Forse a voler dire che i bambini hanno la forza devastante di un tirannosauro?


 Eleonora

Cosa fanno i dinosauri quando è ora di mangiare?”, J. Yolen e M. Teague, Il Castoro 2014
Cosa fanno i dinosauri quando è l'ora di dormire?”, J. Yolen e M. Teague, Il Castoro 2014

OLTRE IL CONFINE (libri dall'estero)

$
0
0

SEMPLICEMENTE BELLO

Orange Pear Apple Bear, Emily Gravett
McMillan 2006


ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

"Orange Pear Apple Bear
Apple, pear
Orange bear
Orange pear
Apple bear
Apple, orange, pear bear"


Un'arancia, una pera poi una mela e infine un orso felice (forse perché immagina che pera, arancia e mela potrebbero finire rapidamente nella sua capiente pancia).
Quindi torna la mela cui segue la pera e quindi un orso piuttosto arancione. Quindi compare una pera piuttosto matura, quindi arancione anche lei. Poi riecco l'orso che ha il suo fondo schiena che arrossisce come una mela. E poi di nuovo lui, con un arancio e una mela in equilibrio sulla zampa, ma questa volta ritratto seduto in modo che la sua silhouette ricordi bene quella di una pera.


E così via.
Ricapitolando, abbiamo un'arancia, una pera, una mela e un orso: questi i quattro soggetti illustrati. Un albo con un testo in rima composto da queste quattro parole (+ una finale che non svelo), ripetute su 23 pagine con combinazioni diverse, dodici virgole e un punto esclamativo.
Tutto qui.
Ed è un capolavoro.
Tutto ruota intorno a una sequenza di assonanze che, ripetuta con pause diverse, e in stretta connessione con le illustrazioni, dà vita ad una esilarante storiellina che potrebbe essere la quintessenza della leggerezza di cui parlò Calvino in una delle sue lezioni americane.
È proprio vero che il bello è lì, dove sono poche le cose rimaste, dove è stato tolta ogni pesantezza superflua.
E dopo Calvino penso a Munari che a sua volta scrisse:
"Complicare è facile,semplificare è difficile.
Per complicare basta aggiungere,tutto quello che si vuole:colori,forme, azioni, decorazioni,personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare.
Pochi sono capaci di semplificare.
Per semplificare bisogna togliere,e per togliere bisogna sapere che cosa togliere,come fa lo scultore quando a colpi di scalpellotoglie dal masso di pietra tutto quel materiale che c'è in più.
Teoricamente ogni masso di pietra può avere al suo interno
una scultura bellissima, come si fa a sapere dove ci si deve fermare nel togliere, senza rovinare la scultura?
Togliere invece che aggiungerevuol dire riconoscere l'essenza delle cosee comunicarle nella loro essenzialità.
Questo processo porta fuori dal tempo e dalle mode....
La semplificazione è il segno dell'intelligenza.
Un antico detto cinese dice:"quello che non si può dire in poche parolenon si può dirlo neanche in molte".
(Da “Bruno Munari”, a cura di Beppe Finessi e Marco Meneguzzo, Silvana Editoriale, 2007, p. 37)

 
La grande bellezza e la profonda semplicità di questo piccolo libro fa sì che possa essere letto a bambini di un nido (infatti compare nella nostra bibliografia organizzata per il corso di formazione per le mamme) o ad adulti (come testo di studio per esercitarsi con il ritmo di lettura) con la stessa godibilità.
Al momento è il mio livre de chevet e lo faccio vedere a tutti, quindi adesso anche a voi.

Carla

Viewing all 2256 articles
Browse latest View live