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FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

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SELVATICI COME UN GATTO


Clay Carmichael, illustratrice americana, ci ha regalato il suo esordio nella narrativa, tradotto per noi dalle Edizioni San Paolo: si tratta di Creature selvatiche, romanzo dedicato alle lettrici e ai lettori sopra i dieci anni.
Per certi versi è una storia molto americana, perché racconta di nuclei urbani in strettissimo contatto con la natura, boschi più o meno incontaminati e i loro abitanti ad un passo da casa. Ma va molto oltre la descrizione di un'avventura.
Intanto le creature selvatiche di cui parla sono assai diverse fra loro, a cominciare dalla protagonista, Zoe, undicenne da poco rimasta orfana e affidata ad un lontano parente: in realtà già da tempo è abituata a far conto su se stessa, coniugando saggezza e intemperanze infantili. Poi c'è Mr. Vieniqui, un gatto quasi selvatico che si aggira nei pressi della nuova casa di Zoe. Infine Will, ragazzo cresciuto per davvero nel bosco e che lì si aggira insieme ad una cerbiatta albina. Ciascuno è circondato dalla propria solitudine e tutti ne dovranno uscire, vincendo le proprie diffidenze e paure.
Gran personaggio Zoe, ragazzina che alterna la disillusione, dovuta ad un'infanzia passata con una madre psicolabile e con i suoi occasionali fidanzati, un grande senso pratico, dovuto al fatto di aver imparato a cavarsela da sola, e il suo misterioso sesto senso, che le fa percepire la presenza di animali, gatto compreso, il quale a sua volta, nelle pagine in cui viene raccontato il suo punto di vista, impara a conoscere la nuova venuta e a fidarsi di lei.
Zoe, che nonostante tutto legge moltissimo e scrive con vero talento, quello che leggiamo, infatti, è il suo diario, esplora senza timori il bosco e ritrova una vecchia baracca, la ripulisce e la trasforma nel suo luogo segreto. Qui viene vista da Will, il ragazzo cresciuto da solo nel bosco, che la trova, la segue, la protegge. Anche Will ha un passato drammatico, e un presente pieno di insidie.
In ogni buona storia ci devono essere i momenti di svolta, il lato drammatico, i colpi di scena che, per ovvi motivi, non vi voglio svelare.
Quello che mi preme sottolineare è che, dentro a un valido racconto d'avventura, c'è una bella descrizione dell'infanzia come spesso la vediamo ora, abbandonata a se stessa, sostanzialmente sola; ma quel che più conta è che al di là di questo esiste ed è forte la solidarietà, è possibile una familiarità non genetica, un abbraccio che non sia solo legato ad un vincolo formale.
Ovvero, come accade nelle storie di Guus Kuijer dedicate a Polleke, i bambini e le bambine hanno in se stessi immense risorse e ci sono adulti capaci di accoglierli e di sopperire alle carenze di genitori ed educatori.

Eleonora


“Creature selvatiche”, C. Carmichael, Edizioni San Paolo 2014



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