LEZIONE DI VITA
Lezione di pesca, Heinrich Böll, Émile Bravo (adattamento Bernard Friot)
Baopublishing 2013
FUMETTO PER MEDI (dai 6 anni)
"In un porto della costa occidentale, un uomo vestito poveramente sonnecchia, sdraiato nella sua barca da pesca. Un turista elegante fotografa quella scena idilliaca: clic! E poi ancora: clic! E poiché non c'è mai due senza tre: clic!
Quel rumore secco, quasi ostile, sveglia il pescatore addormentato..."
Situazione: pescatore irritato e turista in imbarazzo che tenta attraverso la conversazione di cancellare dal volto del suo interlocutore quella smorfia di stizza. Comincia così un dialogo goffo tra questo turista un po' seccante e questo pescatore piuttosto silenzioso. Argomento: la pesca, ovviamente. Buon tempo, esordisce il turista, quindi si prevede buona pesca...ma il pescatore scuote la testa in senso di diniego. Tra uno scuotimento di testa e l'altro il turista scalpita per poter capire le misteriose ragioni che trattengono il pescatore in porto. Facile: il pescatore è già uscito in mare aperto e ha avuto una buona pesca, talmente buona che gli può bastare per qualche giorno.


E così il cerchio si chiude, perché -a ben vedere- sonnecchiare al sole e godere di un così bel mare era esattamente ciò che il pescatore stava facendo prima di quei fastidiosi tre clic!
Da un lato un uomo tranquillo, un uomo che si sa accontentare di quello che la vita gli offre e sa mettere a frutto il poco che possiede, un uomo che sa distinguere la fatica del lavoro dal godimento del riposo, un uomo che non ha bisogno di tante parole...e dall'altro un uomo un po' agitato, un uomo che dalla vita vuole sempre di più, un uomo che non conosce riposo in nome della ricchezza, un uomo che parla, parla, parla...
Non so se dipenda dai pesci che guizzano qui e lì ma la somiglianza con la fiaba della tradizione russa il Pesciolino d'oro, a me è parsa subito evidente. Oltre al profumo di mare, le due storie condividono anche il senso profondo del racconto.
Correre ed inseguire la ricchezza come unica fonte di felicità, arrovellarsi fino a dimenticar noi stessi in nome del successo, considerare come un disvalore la modestia e la semplicità per lasciare spazio all'inquietudine e all'irrequietezza, a tutto questo dobbiamo opporci dichiara Böll in questo "Aneddoto con effetto deprimente sulla morale del lavoro" che compare nella raccolta Il nano e la bambola (Einaudi, 1963).
Ma se la fiaba di Puskin ha un obiettivo dichiaratamente pedagogico, Böll per primo rende questa narrazione irresistibile ed esilarante, seguito a ruota da quei due 'monelli' incorreggibili di Bernard Friot e Émile Bravo. Sebbene uno scriva e l'altro disegni, i due 'ragazzacci' della letteratura francese hanno in comune un tono: la leggerezza. Entrambi li abbiamo visti più volte come sanno raccontare e toccare con un particolarissimo senso di ironia e con sincera tenerezza i lati più sensibili, le parti molli (mi si passi la definizione), dell'animo umano. Entrambi, perfetti per tirare dentro dei ragazzini in un racconto da Nobel per la letteratura!
Noterella al margine: Baopublishing ha fatto di nuovo buona pesca!